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domenica 4 novembre 2012

Sfida: CRESTA

Salve gente!!!
Innanzitutto, vorrei come al solito dirvi GRAZIE. Anche se non avrei mai pensato di dirlo - anzi, di scriverlo! - vorrei ringraziare il popolo di Facebook, poiché grazie a voi siamo arrivai a 1260 VISUALIZZAZIONI - che magari per qualcuno sono poche, ma per me valgono molto, ve l'assicuro...
E dico siamo, perché questo mio lavoro è per me, per il mio futuro etc, ma anche e soprattutto per voi, perché possiate staccare qualche minuto dalla realtà e volare con me tra la fantasia...
Grazie di cuore.
Ed adesso, ecco la nuova parola: CRESTA! (Grazie Lucrezia per averla proposta!)


Il signor Zuccotti era un adulto mai stato bambino.
Figlio di un potente industriale, aveva sempre frequentato scuole private e facoltose, ed era sempre stato un genio della finanza. Anziché i più elementari giochini, giocava con le quotazioni in borsa già a quindici anni, dopo aver studiato greco, latino, ebraico, aramaico ed inglese, tedesco, spagnolo, francese, greco moderno, cinese, giapponese, finlandese e norvegese. Più o meno una lingua all'anno.
Ma a lui non pesava, non avendo mai avuto né tempo né modo di conoscere nuove persone se non il suo segretario.
Così, il giorno in cui aveva in programma di tagliarsi i capelli ed il suo parrucchiere s'ammalò, non seppe ove andare.
Percorse la via di fronte alla sua villina, in  cerca di un qualche barbiere adatto al suo rango. Vide una botteguccia senza pretese e, seppur con un po' di riluttanza, vi entrò.
Il locale, lievemente angusto rispetto a villa Zuccotti, era pieno zeppo di foto di tagli strani. Il cassiere, sulla novantina, riconobbe il figlio del suo finanziere e gli andò incontro e si prostrò ai suoi piedi. Poi chiamò il suo garzone e gli disse che doveva fare tutto ciò che il signore ordinava.
Zuccotti si sentì disorientato. Aveva sempre scelto suo padre per lui, che dire? Così, puntando la prima foto che vide davanti a sé, disse: "Voglio quella".
Il segretario tentò di dissuaderlo: "Ma no, ma signore, una cresta è fuori dai dettami dell'élite..."
Ma il garzone s'era già messo all'opera, ed in una decina di minuti il signor Zuccotti era divenuto un sosia di Funky Il Gallo, con sommo orrore del suddetto e con disappunto del segretario, che continuava a mormorare: "Mi licenzierà, mi licenzierà..."
Dopo aver dato con due dita una banconota da 500 euro al vecchio - che corse a baciargli i piedi - Zuccotti, sistematosi la cravatta, uscì dalla bottega e salì sulla limousine.
L'autista trattenne le risate a stento,  poi si avviò verso l'edificio della Zucchott's Corporations. 
Non avendo mai visto una cresta in vita sua, Zuccotti pensava che non fosse così malaccia. Ahimé, non aveva fatto i conti con la società in cui viveva. 
Appena entrò nella sala conferenze, i bisbiglii dei colleghi furono i più disparati. Ci fu anche qualche risolino, attutito con la mano, per non mancar di rispetto al capo. Poi Zuccotti si sedette ed iniziarono la riunione.
Peccato però che suo padre volle fare un salto per vedere come andava la situazione. Appena vide l'eccentrica pettinatura del figlio, esclamò: "CaVlo AlbeVto! Cosa caspiteVina hai fatto alla tua supeVba capigliatuVa?" e lo trascinò nel suo ufficio, tra i latrati sguaiati dei dipendenti e lo sconcerto del segretario.
Il padre gli fece una lavata di capo, poi lo rispedì nella bottega di mastro Giovanni per risistemare alla bell'e meglio la chioma.
Il caso volle che passasse di lì un eccentrico stilista, che visto l'abbinamento cresta - cravatta, si fiondò sul malcapitato Zuccotti.
"Salve!" esclamò, facendolo sobbalzare, "Ho notato il suo splendido look."
"Lu...cosa?" chiese Zuccotti imbarazzato.
"Ma su, su, la smetta! Il suo look. Lei è perfetto come modello per la mia nuova collezione! Venga con me!" e lo condusse verso il suo atelier poco distante, il segretario che imprecava a gran voce.
Spintolo in un camerino, gli tese uno smoking fucsia a righe viola ed una camicia color carta da zucchero, poi gli fece delle foto.
Inutile a dirsi, il signor Zuccotti divenne famosissimo come modello internazionale di moda maschile sopra le righe, specialmente per il suo bagaglio lingue vastissimo.. Il suo segretario lo seguì ovunque, divenuto anche manager e capo-guardia del corpo - sebbene fosse gracilino ed un modello non ne avesse bisogno. Ma il povero Zuccotti senza di lui non riusciva nemmeno a mangiare.
Ed il padre?
Finché il figlio guadagnava era contento. Tanto, di pargoletti ne aveva altri tre!

Che ne dite? Un pò ironico... Tenterò di essere più presente.
Baciii!! <3

Ivy

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