. . . All you life, you were only waiting for this moment to be Free . . . * Nulla enim culpa est in somnis.

lunedì 31 dicembre 2012

Natale in ritardo e Capodanno in anticipo

Buona splendida serata gente! E' l'ultimo post dell'anno!
Ahimé, non è stato un anno felice... A questo proposito, saluto la mia nonnina, che anche se è andata dal Signore mi continuerà a leggere. :)

Ringraziamenti di fine anno: Grazie ai miei 10 splendidi lettori fissi, anche se 2 di questi sono io; vi voglio vedere RADDOPPIATI il prossimo anno.
Grazie alle 1819 volte che siete entrati a visitarmi, perché state coronando il mio sogno. Fatele lievitare!Grazie ai miei 28 "mi piace", che spero diventino molti di più.
Grazie alla mia splendida famiglia ed ai miei splendidi amici ed alle mie splendide amiche che mi sostengono e sopportano sempre.
E grazie a tutte le persone che mi hanno dato una o più parole su cui lavorare. Veramente GRAZIE.
E con l'anno nuovo inauguro una novità: se vorrete potrete inviarmi anche immagini - oltre alle parole - su cui ricamare un raccontino breve! Avanti numerosi!
Ed ora per vuoi il racconto di Natale che non avevo fatto in tempo a pubblicare il 25, tratto dal giornalino "Praticantati" - ma ovviamente scritto da me.

BUON 2013!!!




Anche quel giorno, malgrado fosse l’ultimo prima della Vigilia di Natale, arrivai a casa appena prima delle sette e mezza.

Appena girai la chiave nella toppa, un aroma di pollo e patatine m’invase le narici.

"Mamma, sono a casa!” dissi chiudendo il portone. Mi tolsi la sciarpa, il cappotto pesante ed i guanti, poi sfilai gli stivali di gomma e infilai delle pattine felpate. Ciabattai fino all’adiacente cucina, schioccai un bacio sulla guancia della mia super mamma e mi buttai su una sedia, stremata.
Mia madre stava scongelando della carne per fare un ragù. “Domani sera vengono i tuoi zii a cena, inizio a preparare. Mi dai una mano?”
Quelle parole ebbero un effetto benefico su di me.
Da quando papà era stato dichiarato ufficialmente morto, sei anni prima, mentre faceva un servizio in Azerbaigian, l’unica occasione in cui la famiglia si riuniva era il cenone della Vigilia di Natale.
Che bella festa, il Natale…  La mia preferita.
All’inizio s’accendevano le candele dell’Avvento in Chiesa, e si faceva il Presepe: senza la statuetta di Gesù Bambino , che si metteva la notte di Natale,  e senza quelle dei Re Magi, che invece arrivavano il giorno dell’Epifania, ma in compenso pieno di statuine di pastorelli e pecorelle, panettieri e pescatori, contadine e cittadine, fabbri, mendicanti, e tutti i personaggi caratteristici del luogo. Papà da giovane li aveva intagliati con le proprie mani, e negli anni vi aveva aggiunto tutti i suoi cari, me e mamma comprese.
Nel nostro piccolo appartamentino di città il bianco predominante in mobili e muri (definito ‘Bianco Ospedale’ da papà e ‘Bianco Moderno’ da mamma) lasciava spazio a colori più vivi, come il rosso, l’oro e l’argento: entrando in casa, m’avvolgeva una sensazione di immediato calore, di familiarità, di affetto incondizionato. I pacchetti ed i bigliettini mi ricordavano quante persone ci volevano bene, ed ogni anno si ricordavano anche di noi; l’albero luccicante colmo di palline, che diligentemente avevo attaccato una ad una, mi faceva pensare a quanto ogni dettaglio sia importante, anche nella vita di tutti i giorni; la tavola colma di ogni ben di Dio simboleggiava l’amore che mia madre metteva nei suoi piatti, nutrendoci con la sua tenerezza e la sua gioia di vivere, appannata solo dall’assenza di papà…
E poi tutti sembravano veramente più buoni, come la pubblicità della Bauli. Ogni strada luccicava di lampadine dorate, ogni negozio sfoggiava ghirlande e fiocchetti, ogni angolo pullulava di pseudo Babbi Natale ed i bambini iniziavano a scrivere lunghe lettere in cui elencano le cose buone – non realmente fatte – che li avrebbero di certo fatti morire dalle risate una volta divenuti adulti.
Anche a scuola il Natale si faceva sentire: a mano a mano, tutte le classi si armavano di alberello, palline, ghirlandine ed angioletti, e i ragazzi iniziavano a fare il countdown verso le vacanze. Corte, agognate, piene di compiti e ripassi, ma pur sempre vacanze.
 “Aurora! Ci sei?” mi riscosse mia madre.
“Si, si…” risposi distrattamente mentre mi pulivo le briciole di pane dai pantaloni. Mi alzai e l’abbracciai. Lei si stupì.
“Ehi, che cos’è questo gesto improvviso? Che c’era nella pagnotta?”
“Amore e spirito natalizio” risposi con un sorriso. Poi volsi distrattamente lo sguardo alla finestra. E rimasi a bocca aperta.
La neve scendeva lievemente dietro  ai vetri appannati delle case. L’ultima neve dell’anno, quella che non si dimenticherà mai se abiti in un posto dove non nevica mai, quella che si posa sulle automobili piene di brina e si lascia evaporare sui camini bollenti, quella che fa “ciap, ciap” sotto le suole delle scarpe, mischiata al fango ed all’asfalto...
Istintivamente, presi mia madre per mano e la feci uscire. Lei tentò debolmente di protestare, ma nel suo intimo anche lei lo desiderava.
Uscimmo dal portone principale in ciabatte e magliettina leggera, il freddo che s’insinuava nella pelle ancora tiepida e faceva battere i denti. Le presi le mani tra le mie e la feci girare, come se avessimo tre anni, fino a che non cascammo a terra ridendo e sporcandoci i pantaloni. Io aprii la bocca e buttai la testa indietro, tentando di mangiare qualche fiocco; mamma invece si limitò ad osservarli scendere sul suo naso, estasiata.

La sera di Natale eravamo tutti attorno alla tavola imbandita, con i vestitini rossi e dorati ed i sorrisi sui volti.
Era un momento triste ed allo stesso tempo felice: triste perché mi ricordava che papà non c’era più, felice perché in ogni caso era Natale, e lui avrebbe voluto che fosse così.
Dopo aver detto la preghiera, stavamo per mangiare, quando qualcuno suonò al campanello. Siccome mia madre era in cucina, m’alzai io. Chiesi chi è.
“Sono io” disse una voce familiare.
Sconvolta, tolsi il chiavistello ed aprii la porta.
Di fronte a me, un uomo sulla cinquantina pieno di cicatrici s’ergeva in tutta la sua statura, le zampe di gallina scavate accanto agli occhi, un sorriso dolce, gli occhi ridenti che brillavano d’emozione.
Il corrispondente di guerra, l’uomo coraggioso, il fedele marito, il padre migliore del mondo. Era tornato a casa.
Senza dire nulla, con le lacrime agli occhi, lo abbracciai, mentre silenziosamente rendevo grazie a Babbo Natale e Gesù Bambino per il regalo inaspettato.

Un Bacione, e grazie ancora per tutto. ;*


venerdì 28 dicembre 2012

Immaginetta al volo sulla neve in attesa di altri post :D



Condivido qui questa meraviglia fatta da quel genio di Beppe Beppetti... Riguardo il mio post sulla neve ;D

P.S.: 1800!!!! Grazie fans sconosciuti :D Firmatevi pure qui sotto, attendo con ansia! ^_^

sabato 15 dicembre 2012

Neve, hai rotto!

Buonasera a tutti, e buone feste fin d'ora!
E' venuto l'inverno... Ieri mi sono svegliata, e - come forse molti di voi - ho trovato le case ricoperte di un manto bianco. Dunque, tanta solidarietà a tutti gli automobilisti che hanno coloritamente imprecato sulle gomme impantanate e sul ghiaccio che ha mandato in tilt le loro macchine.
Perché diciamocelo: la neve può essere sì bella, ma ne combina di guai!
Tanto per cominciare, se tu esci di casa con le scarpe da ginnastica ed inizia a nevicare, puoi scommettere che tornerai coi calzini fradici. 
In seguito decidi che l'ombrello è esagerato per la neve, e quindi anche il cappello sarà fradicio; se poi consideri anche il giubbotto, i pantaloni ed i guanti, l'effetto bagno-in-piscina è a dir poco assicurato.
Ma soffermiamoci proprio su quest'ultimi, i guanti: se sei solo lontanamente un essere umano, di certo sentirai l'irrefrenabile voglia di fare una battaglia a palle di neve, o almeno di toccare quei soffici batuffoli candidi. E se come supposto prima la neve v'ha colti di sorpresa, avrete con voi dei guantini leggeri leggeri: insomma, appena toccherete un fiocco un'ondata di gelo vi attraverserà le membra facendovi tremare. Non immaginiamoci nemmeno la reazione se si è privi di guanti! La suddetta mano rimarrà in ibernazione per venti minuti buoni, e vi brucerà per il freddo. Avete letto bene, brucerà.
Incredibile cosa possa fare questa sottospecie d'acqua solida! 
Riesce ad entrare dovunque... Tra il cappotto ed il maglione, nella fessura più remota della macchina, in quei luoghi che sono sconosciuti anche ai loro proprietari! E gela, gela, gela tutto...
Crea a terra un triplo strato composto da ghiaccio, neve ed acqua, mischiati alle schifezze provenienti da sotto alle scarpe dei passanti: il risultato è una poltiglia grigio-marro-nerastra schiacciata dalle calzature adeguate - se non dalle scarpe da ginnastica dei malcapitati! - con un sonoro plotch, schiaff, splatch, plotch... Seguito a ruota da un fiiiu... Splash! quando tu, povero malcapitato, scivolerai cadendo come un fesso sul tuo onorevole posteriore. E bagnandoti ulteriormente.
Ma suvvia, la neve è bella, attutisce i rumori, rischiara la notte con una luce rossastra, illuminando il cielo e spegnendo anche le stelle... Costringe adulti e bambini a stare col nasino all'insù, sconvolge i cuori, rende increduli gli occhi, profuma l'aria di Natale... 
In fondo, anche questo è Natale.

Siete d'accordo o meno? Commentate, ma soprattutto mettete "mi piace" su Facebook, retwittate su Twitter e scrivetemi nuove paroline!
E grazie per le 1700 VISUALIZZAZIONI! 
Baciii <3

mercoledì 12 dicembre 2012

Caro Gesù...

Salve a tutti cari Follower ;D
Vi faccio leggere questo mio articolo, pubblicato sul giornalino della mia scuola... Spero di aprire un dibattito anche qui. Grazie per leggermi: +1580 visualizzazioni :D
Caro Gesù,

Gesù ermafrodita? Nuova ipotesi di una teologa: 'non abbiamo il corpo, non possiamo saperlo'
ho voglia di parlare con Te… Spero non Ti dispiaccia se ti do del tu: sei un mio amico, un parente, un confidente... Anzi, direi che sei IL mio, IL nostro amico.Ci risiamo..ancora una volta c’è qualcuno che non crede in Te, e cheTi rinnega, ben più di tre volte…anche senza il canto del gallo…Sai, pian pianino inizio a capire come Ti sei sentito quando sei stato condannato, solo perché mostravi a tutti la VERITA’. A quanto ho constatato in questi anni, il lupo perde il pelo ma non il vizio: ancora c'è gente che ha le fette di prosciutto sugli occhi, e non riesce a vederTi per quello che sei, ma solo per quello che gli altri fanno credere che Tu sia.Fin dalle scuole medie ho lottato per averTi anche “fisicamente” in classe, per ricordare a tutti che sei morto e risorto per NOI, e non perché non avevi nient’altro di meglio da fare in quel frangente! Volevo far capire che non hai il capo chino verso il basso, ma Ti protrai verso noi: anche da morto, anche da crocifisso, tenti di avvicinarTi a noi. Tre anni fa ho scritto alla Presidenza della scuola media da me allora frequentata e sono riuscita ad "ottenerTi", non senza forti contestazioni, che ho fermamente ignorato: non si può piacere a tutti, Tu m'insegni, giusto?Ahimé, quest'anno ho trovato un ostacolo quasi insormontabile sul mio cammino!Ho trovato persone riluttanti ad averTi vicino. Mi è stato detto di portarTi da casa e nasconderTi in uno zaino, perché loro non Ti volevano. Ingenui, poveri illusi! Non hanno ancora capito che sei ovunque e sempre con noi?E' stato detto che sei "un uomo morto su due assi di legno", che sei "brutto", che sei "inutile", che sei “inquietante”. E' semplicemente blasfemo tutto ciò... Tu puoi perdonarli, "perché non sanno quello che fanno", ma mi chiedo, rifacendomi alla laicità che professano: l'articolo 724 del Codice Penale li assolverebbe? Te lo cito per chiarezza: Chiunque pubblicamente bestemmia, con invettive o parole oltraggiose, contro la Divinità o Simboli o le Persone, è punito con la sanzione amministrativa da euro 51 a euro 309. E siccome La stessa sanzione si applica a chi compie qualsiasi pubblica manifestazione oltraggiosa verso i defunti, non possono nemmeno dire che per loro Tu sei solo un uomo morto e non La Divinità.Riferendomi al Calendario del Liceo dell'A.S. 2012/13, che dice "Si considerano giustificate le assenze degli alunni ebrei dalla scuola e dai corsi di formazione professionale [...] nel giorno di sabato e nei giorni in cui si svolgono le festività religiose", direi a questo punto di far andare a scuola anche la domenica tutti gli alunni non credenti, non sei d'accordo con me? Perché dovrebbero usufruire del diritto dei Credenti Cristiani chi Cristiano non è? Apriamo la scuola la domenica a tutti gli atei!Siccome però alla fin fine non dai fastidio a nessuno, non potrebbero considerarTi come un qualsiasi suppellettile? Tanto non credono in Te! O meglio, pensano di non credere... Ci vorresti Tu, per donare loro la vista come facesti col cieco (Giovanni 9:1-41) ...Una recente sentenza emanata nel 2009 dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo, prima a favore e poi contro la rimozione del crocifisso nelle aule scolastiche, recita testualmente: “non sussistono elementi che provino l'eventuale influenza sugli alunni dell'esposizione del crocifisso nella aule scolastiche”. Mi chiedo, dunque: perché tutti si accaniscono contro questo Tuo simbolo di cristianità? Che cosa fai di male adesso? Non predichi neppure più! Non disturbi, non critichi... Ascolti e perdoni...in silenzio! Quanto può disturbare ciò?Ho sentito anche molti intellettuali che dicevano la propria opinione su di Te: Te li riporto fedelmente.Marco Travaglio si espresse su di te dicendo che sei "L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità ('date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio') e gratuità ('Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno')" e che" è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta." Pertanto, possono i laici andare contro ad un simbolo di religione ed allo stesso tempo di laicità come Te?Umberto Calabrese (laico dichiarato) ha detto "Cosa sarebbe l’Europa senza la cultura giudeo-cristiana? Negare che il Cristianesimo nelle sue espressioni sia il collante delle nostre culture e come dire che l’acqua non ha nulla a spartire con l’ossigeno. Il Gesù morto, fra mille dolori su la Croce è un simbolo di sofferenza, di amore, di fratellanza dei popoli. Io non mi sento offeso, se vado in un paese laico come la Tunisia e trovo moschee o bandiere Verdi simbolo dell’Islam in ogni luogo. Cosi come non mi sento offeso di fronte alla Stella di David in giro per Israele." Altra cosa assolutamente vera. Perché noi europei, in particolare italiani, dobbiamo rinnegare le nostre origini, il basamento della nostra civiltà? Dopotutto, Tu sei anche un pezzo di storia. Non s'inizia forse a contare gli anni dal Tuo anno di nascita? Non mettendo il crocifisso, dovremmo anche cancellare tutti gli 'a.C.' e i 'd.C.', o sbaglio? Mettere come punto di riferimento l'Unità d'Italia, o la scoperta dell'America. Ma perché dovremmo toglierTi dal Centro della Storia, perché non dovremmo usarTi come punto di riferimento? Lo sei sempre stato per tutti, e lo sarai ancora.Giancarlo Marinelli Ti ha scritto una volta una grande lettera - nemmeno paragonabile alla mia! - in cui, rivolgendosi a Te, rifletteva: "Hai detto: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno». Hai ragione: non lo sappiamo. Non sappiamo, né sapremo mai come anche il gesto più crudele teso a cancellarti, sia esso compiuto in nome di una religione diversa ed avversa, sia invece realizzato in forza di un fanatico laicismo globalizzato, finisca per ottenere l’esatto effetto opposto. Più qualcuno cerca di confinare le tua vita e la tua morte dentro gli schemi di una tradizione e di una fede particolari, e più l’universalità della croce e della resurrezione erompono con la potenza di un vulcano." E credo che Tu abbia, come tutti, ormai capito che io sono pienamente d'accordo con lui, e che più tentano di dissuadermi dal diffondere la Tua parola, come prima di me fecero i Discepoli - anche se in modo più esteso! -, più io andrò avanti per la mia strada.Infine, Natalia Ginzburg (ebrea, non cristiana) un giorno disse: " Il crocifisso fa parte della storia del mondo. Per i cattolici, Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i non cattolici, può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo. Chi è ateo cancella l’idea di Dio, ma conserva l’idea del prossimo.[...]Il crocifisso rappresenta tutti. Come mai rappresenta tutti? Perché prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fratelli, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei, neri e bianchi, e nessuno prima di lui aveva detto che nel centro della nostra esistenza dobbiamo situare la solidarietà tra gli uomini. Ha detto 'ama il prossimo come te stesso'. Il fondamento della rivoluzione cristiana. La chiave di tutto. Il crocifisso fa parte della storia del mondo."C'è stata gente, come la Lega degli atei militanti, che fa propaganda antireligiosa "con lo scopo di eliminare la religione in tutte le sue manifestazioni e trasmettere alla popolazione una visione materialistica, scientifica ed anti-religiosa della realtà"!! Te ne rendi conto Gesù? Dove andremo a finire? Tu dicesti che "In quei giorni [...] le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte; allora vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi [...] e radunerà i suoi eletti dai quattro venti. [...] Quando vedrete ciò, sappiate Che dire? Inizio a scoraggiarmi, Gesù mio. Perché da sola non riesco a portare avanti le mie idee. Tra qualche anno, quando sarò maggiorenne, forse potrò attivarmi in modo più significativo. Ma adesso non posso fare nulla di concreto, se non usare la Tua parola come se fosse un fazzoletto, per tentare di pulire gli occhi di coloro che non Ti vedono... E di coloro che hanno paura a dire la propria opinione.Pertanto, credo di fare cosa "buona e giusta" appellandomi a chi può fare qualcosa fin da ora. Alla fin fine, parlate di Lui, bene o male, purché ne parliate… ;D

Silvia Vazzana 

mercoledì 5 dicembre 2012

SFIDA: NOVE

Hola a tutti!
Scusatemi se non riesco ad essere così presente, ma ho qualche problemino in questo periodo... Ma tenterò di fare del mio meglio per farvi sognare più spesso!
Ovviamente, voglio in cambio UNA TONNELLATA di parole, così da essere praticamente COSTRETTA  ad entrare tutti i giorni! Più lavoro, più risultati... ;D
Ringrazio Martin e Luca per essere entrati a far parte del mio Club di Lettori Fissi, e ricordo a tutti che chiunque può diventarlo (anche tramite Twitter) cliccando sul pulsante che trovate alla vostra destra (QUESTO PER INTENDERCI -->).
E ricordo anche che chi volesse commentare un mio post lo PUÒ' FARE, anche da Anonimo! Basta cliccare sotto al post in questione sul pulsante "Commenti" [rosso]; dalla stessa barra si può anche segnare l'indice di gradimento del post [verde] e condividerlo via Gmail, Twitter, Facebook o Google Friend Connect [arancio]:
E soprattutto, vi ringrazio di cuore, perché abbiamo superato le 
VISUALIZZAZIONI!


Bene, adesso accontento il mio pseudo capo e vi scrivo una lettera, filandola sulla parola NOVE. Beginnen wir! 

Caro piccolo mio,
ho aspettato nove lunghissimi mesi che tu emettessi il tuo primo vagito, più dolce di un sorriso.
Sai, non ti avevo programmato, ma al contempo sei stato la mia sorpresa più grande; ho capito fin da subito che avresti avuto una forza di volontà tale da importi sul destino e combattere per vedere il mondo con i tuoi occhi.
E' stato un onore, nonché la gioia più bella, darti alla luce, ed aspettare così tanto per vederti... Quando seppi di non essere sola, il mio cuore si colmò d'un amore che davo ormai per spento, al sol pensiero di condividere per 42 lunghissime e splendide settimane il mio respiro con te, di nutrirti col mio amore e col mio corpo, di pensare le cose che penserai anche tu.
Decisi, anzi sentii che quel nove, tanto ricorrente nella nostra vita, sarebbe diventato un numero molto importante per me: ne ebbi la conferma quando nascesti il 9 settembre, alle 9 di sera.
Nel frattempo, ne diventai quasi ossessionata: scelsi il nono lavoro della mia lista dei desideri, e divenni una blogger (intuisci il nome del mio blog? Nove!) così potei lavorare da casa, senza tanti sforzi per te e per me; in seguito, ti comprai tutine col nove ricamato - ove non lo ricamai io! -, per farti ricordare sempre che eri, sei e sarai la mia più grande fortuna. Dipinsi le pareti della tua cameretta del nono colore della scala cromatica presente in negozio, un solare arancione, e per poco non presi appartamento al nono piano: dovevo anche pensare a come portartici, al nono piano, dopo una giornata di svaghi all'aria aperta!
Comprai un'enorme pupazzo e vi affiancai otto più piccoli, così come presi nove quadri, nove libri di fiabe, nove giochini. Da grande magari chiamerai ciò pazzia, ma per me è amore.
Quello vero però.
Non quello che legò me e tuo padre. So che è egoista da parte mia, ma sono contenta che tu non l'abbia conosciuto: ti avrebbe manipolato, proprio come manipolò me. Mi usò per fare carriera, e poi mi lasciò sola, in modo brutale.
Questo non è amore, ricordatelo.
Quello che ci lega assieme, e che ci lega alla vita, è amore puro. Ricordatelo.
Vorrei saperti dire come si distinguono gli amori, tuttavia credo che si capisca da sé. Non te lo insegnano a scuola, né te lo insegna la vita. E' così, punto.
Adesso ho in mano - tanto per cambiare - nove fotografie. Una per ogni mese.
Io, lo specchio, e te, o meglio, il pancione. Ogni mese più grande, ogni mese più bello. Il nono ha un bel "Danger!" rosso sull'ombelico, dove mi piaceva immaginare che tu appoggiassi l'orecchio per captare i suoni del Mondo. Il primo mese invece è pressoché invisibile.
Ti starai chiedendo, a questo punto, per quale motivo ti sto scrivendo tutto ciò. Perché?
Perché è il tuo nono anno di vita. Ormai sai leggere e scrivere: sei il mio ometto. Solo mio.
Sei in quell'età in cui ancora non si è né carne e né pesce, dove il concetto di "amore" è distorto. Al massimo mi dici "Ti voglio bene", e mi racconti che la compagnetta di banco ti ha inviato un fogliettino col cuoricino.
Altri nove anni, e non mi racconterai più nulla, troppo orgoglioso per dirmi i voti a scuola, figurarsi se mi racconterai della ragazzina di turno. Ancora nove, e magari avrai messo la testa a posto, fidanzato ufficialmente se non già sposato, e mi porterai i tuoi piccoli pargoletti a casa, festanti di fronte alla loro nonnina. Aggiunti nove anni avrai i miei stessi problemi - ma non te lo auguro. Altri nove ed io potrei non esserci più, e la tua compagna prenderà definitivamente il mio posto, per guidarti - o meglio, accompagnarti - lungo la tortuosa strada della vita.
E' la ruota che gira, no? Prima tocca a me, poi a te, poi chissà. Intanto stiamo assieme. Intanto viviamo, mano nella mano, naso contro naso, occhi negli occhi.
Avrai trovato questa lettera nel cassetto, sotto la mia biancheria da ultranovantenne.
Penso che allora il Fato abbia deciso di fartela trovare, finalmente.
Ti auguro di averla trovata il più tardi possibile. Fino ad allora,
Buona fortuna piccolo mio.
Mamma

Che ne dite? Malinconico???
Forse un pochino. Mi ha ispirato "Lettera ad un bambino mai nato" di Oriana Fallaci. Un capolavoro, ve lo consiglio, ma v'avverto, è giusto ein bisschen triste.
Good luck to everyone!
Yours, Ivy



P.S. Colgo l'occasione per fare
ad Annina! <3