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domenica 30 settembre 2012

Sfida: CACCIAVITE A CROCE

Salve gente!
Una mia pazza amica (Elena, che saluto) mi ha dato la parola di oggi... CACCIAVITE A CROCE. Giuro che non le ho dato io le sostanze stupefacenti che l'hanno indotta a consigliarmi codesta parola.
Ook, ma bando alle ciance, ciancio alle bande (come dice Bonolis) ed iniziamo questa nuova avventura!

Scandalo a Rickdohm: ucciso il sindaco. Iniziate le ricerche dell'assassino, la polizia brancola nel buio.

Mitchell buttò il quotidiano nel cestino, poi s'accese una sigaretta. Il monitor del suo portatile segnalò una nuova mail, che aprì in modo quasi febbrile. Nulla di nuovo, pensò.

Spense la fioca luce sulla scrivania, prese il cappotto dall' appendiabiti ed uscì. Il vento sferzò il viso ricoperto di cicatrici, le mani rugose, le scarpe logore.
Da cinque giorni tentava invano di trovare una soluzione al crimine del secolo. Il sindaco Rutherford era stato barbaramente trucidato, e dell'assassino non c'era alcuna traccia. Non un'impronta, non un segno d'effrazione. Si suppone sia stato un uomo molto robusto, vista la profondità delle ferite.
Unico indizio, l'arma del delitto, lasciata infilzata nel torace: un cacciavite a croce.
Ciò faceva supporre che l'assassino fosse stato uno dei meccanici del paese, ma questi avevano un alibi di ferro: il raduno delle auto d'epoca a Dorningham Street, proprio dove doveva andare il sindaco prima di essere ucciso, e proprio dove il direttore della polizia in persona l'ha sostituito.
Mitchell aspirò una boccata, poi s'incamminò verso il pub di sua sorella. Quel direttore non gli era mai piaciuto. Era così altezzoso, legato ai soldi ed al potere... L'opposto dell'ispettore Mitchell Bones, sempre leale alla divisa e che sperperava i suoi soldi tra pub e regali a sua moglie Clara.
Arrivato a destinazione, non si stupì quando vide la sua consorte dietro al bancone con la cognata Kate. Clara non era mai stata un tipo tranquillo, e nemmeno al sesto mese di gravidanza si sarebbe fermata.
- Vuole una birra, forestiero? - chiese con un sorriso radioso.
- Magari... Giornata stressante. - rispose lui, massaggiandosi le tempie.
La moglie uscì dal bancone e cinse le spalle del marito. - Ancora quell'assassinio? -
- Si. Non ne riesco a venire a capo... Io sono certo che mi sta sfuggendo qualcosa. Ma diamine, chi non ha a casa un'oggetto come un cacciavite a croce??? Al massimo non lo avranno a croce ma a taglio... -
- Sssh, tranquillo. Ci ripenserai domani. - lo interruppe lei. Ma Mitchell non era un tipo che mollava facilmente.
- Potrebbe essere stato chiunque. Voglio dire, un cacciavite! Magari era proprio della vittima... -
- Basta! - tuonò la sorella Sarah, avvicinandosi con un boccale di birra in mano. - Se devi venire qui a pensare al lavoro, vattene! -
In quel frangente fece la sua apparizione il collega di Mitchell, Jones.
- Ehilà Mitch - lo salutò questi. Poi si rivolse alla sorella: - Sarah, me la faresti una birrettina? -
- Subito! - esclamò lei.
Jones si sedette su uno sgabello, mentre Clara ritornò dietro al bancone. Mitchell bevve una sorsata, poi si girò con aria stanca verso il collega.
- Ti prego, dimmi che ci sono novità... -
- Si - rispose l'altro bevendo a sua volta. - Ti ricordi Tess Loners, la bomba sexy delle Spicy Sox? -
- La cheerleader? -
- Esatto. Bhe, è diventata l'aiutante di Usher, il meccanico di Boston. Ed il giorno del delitto Usher disse che era malata... -
Mitchell si alzò di scatto, una scarica di adrenalina nelle vene. - Allora che aspettiamo? Andiamo ad interrogarla! -
- Non così in fretta - replicò Jones svuotando il boccale. Lo posò sul bancone con un tintinnìo, poi si asciugò la schiuma con la manica dell'impermeabile. - Il direttore Johnson ha detto che non potremo interrogarla prima di domattina. Dovremo aspettare bello.-
Mitchell lanciò un calcio al suo sgabello, guadagnandosi uno sguardo furente dalla sorella.
- Perché quello stronzo si mette sempre in mezzo? -
- Calmati, Mitch... - tentò invano di calmarlo il collega.
- Calmo un corno! - esclamò lui, uscendo dal locale sbattendo la porta. Sarah chiese scusa ai clienti, esterrefatti per l'accaduto. Clara andò a consolarlo.
- Su, su... - gli disse, massaggiandogli le spalle. - Domani la interrogherai. -
- Io sento puzza di bruciato - replicò lui - Quel tipo non me la racconta giusta. Vedremo chi deve proteggere impedendoci di interrogare Tess. - E così dicendo, rientrò nel locale.

L'indomani, Mitchell e Jones si presentarono alla porta di Tess Loners, una villetta in stile italiano. I due agenti si chiesero come faceva una venticinquenne aiutomeccanico a permettersi un luogo del genere. Cosa decisamente sospetta.
Bussarono, suonarono, ma di Tess nemmeno l'ombra.
Così, arrabbiati neri, fecero per andarsene, quando Jones indicò a Mitchell qualcosa. O meglio, qualcuno. 
Una giovane brunetta stava scendendo da una limousine, tacchi vertiginosi in mano, piastra lievemente disfatta, trucco sbavato, vestitino stropicciato. Chiuse la portiera e si avviò verso casa zoppicando.
Quando vide i poliziotti, indugiò sulla soglia; non appena Mitchell fece un passo verso di lei, essa scappò via, dando vita ad un inseguimento degno di CSI. Ma Mitchell e Jones non erano Starsky ed Hutch, e così la ragazza riuscì a fuggire.
- Tutta... Colpa... Del... Fumo... - disse Jones col fiatone.
Mitchell, persona da poche parole, si limitò ad imprecare, le mani sulle ginocchia.

Passarono due giorni, e di Tess Loners nemmeno l'ombra. Fiotti di pattuglie setacciavano tutta la città in cerca della ragazza scomparsa: unico indizio finora trovato, una lettera di minacce, senza impronte né DNA, nel cassetto dell'immondizia di fronte alla villetta.
Mitchell s'era già scoraggiato la mattina in cui arrivò una telefonata: una Tess spaventata e rauca chiedeva aiuto. Diceva che credeva di essere al vecchio porto, e che una persona molto influente la stava ricattando, e per di più uno dei suoi scagnozzi era lì a terra, ucciso dalla sua stessa pistola dopo che aveva tentato di costringere la ragazza a giocare alla roulette russa.
Ammetteva di aver ucciso il sindaco Rutherford, con cui aveva una storia, e mormorava che per lei era troppo tardi ormai. Un urlo agghiacciante, uno sparo, un tonfo. Cadde la linea.

Mitchell e Jones accorsero immediatamente sul luogo da cui proveniva la chiamata. 
La pozza di sangue usciva dalla fenditura della porta del vecchio capanno dei pescatori, ed il suo odore acre e putrido si mescolava al fetore del pesce in decomposizione, rendendo l'aria irrespirabile.
Mitchell s'avventurò nell'angusto capanno, scavalcando il corpo inerme del presunto rapinatore. Più  avanti, due corpi: una era Tess, in mano una gamba di una sedia ed un foglio; l'altro era il direttore Johnson.
Sulla lettera, solo poche parole:
La carogna è morta. Rutherford è stato vendicato.
Sotto, un cacciavite a croce.

Allora, me la cavo anche coi gialli? See you soon!
Ivy

5 commenti:

  1. Ciao!! grazie per essere passata da me e per avermi fatto conoscere il tuo spazio! ;)
    prendo il tuo banner ;)))

    scrivi racconti??

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    1. Ciao e benvenuta!
      Grazie x la pubblicità... :D
      Comunque si, scrivo racconti sia brevi che lunghi... Tu scegli una parola e io ci scriverò su. xD

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  2. wow!! che bella sfida!! la scrivo qui??
    allora ti propongo la parola.....
    .... FOTOGRAFIE! ^_^

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    1. Agli ordini Madame! xD
      X ora sto lavorando su un'altra parola... Una settimana max e doveri passare alla tua.
      Grazie mille! ;D

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    2. ihihi
      fai con comodo!! tanto passo a leggerti comunque!! ;)

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