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martedì 21 maggio 2013

Mi fa strano riflettere

Buon pomeriggio a tutti!
Grazie di cuore ragazzi, ragazze, signori & signore... Non mi sarei mai aspettata un anno fa di raggiungere un risultato simile. Per voi magari è poco, ma per me è tantissimo <3 Thanks 4 + 3000 visualizations :*
Ecco a voi una piccola storiella. Spero vi piaccia.

Lucia, sette anni o poco più, sentiva un dì la lezione della sua maestra di italiano. Grembiulino blu, gambette a penzoloni, matitina in mano, segnava tutte le paroline che la ispiravano. Quel giorno c'era solo un concetto sul foglio: il verbo PENSARE spiccava al centro, colorato di verde, e attorno svolazzavano 'riflettere', 'sogni', 'ritenere' e altri vocaboli pronunciati dall'insegnante. Poco prima che suonasse la campanella, destò la manina e chiese cosa fosse il pensiero. "Chiedilo a te stessa!" le rispose la maestra, e le disse di farlo come compito per l'indomani.
Tornata a casa, la piccola Lucia si accomodò sul divano: fronte corrugata, bocca arricciata, palme sotto al mento, piante incrociate, occhi all'insù, poi strizzati, poi spalancati.
Sua madre se ne preoccupò: solitamente Lucia era un tipetto frizzante, di quelli che corrono notte e giorno a destra e a manca. Così s'accucciò sotto di lei, seduta sul tappeto, e le domandò: "Piccola, cosa stai facendo?" 
E lei: "Mi sto interrogando. Ma non come la maestra, sciocchina. Mi domando le cose importanti."
"E quali sono?"
"Te lo dice lei." 
"Lei chi?". La mamma era piuttosto confusa.
"Non la senti?"
"Chi, amore?"
"La voce."
"La voce?"
"Si, la bimba con la mia stessa voce. Abita nella mia testa."

"Se abita nella tua testa, non la posso sentire."
"E perché?"
"Perché è cosi, Lucia, non ci sono spiegazioni."
"Adesso provo a fartela sentire!" esclamò strizzando gli occhietti vispi e i forti pugnetti. "Senti mamma, senti?"
"No, cara, non sento. Che cosa dice?"
"Dice... Dice che ti vuole tanto tanto bene! Perché non lo senti? Gliel'ho ordinato! Ho ordinato di fartelo sentire!"
"Come?" 
Lucia si rabbuiò di colpo. Abbassò i pugnetti. Si fece assorta. Poi replicò: "Non lo so. Adesso ci penso. E' bello pensare, sai? Anche se mi fa strano riflettere."
"Si dice è strano, Lucia."
"Nono: mi fa strano. Per la mia amica non è strano, quindi non è strano. E' strano solo per me. E siccome non sono io che rifletto, ma la voce nella mia testa, è lei che mi fa riflettere, quindi riflettere mi fa strano. Adesso lasciami pensare. Mi piace."

E come nei fumetti, iniziò col suo mumble mumble. Parlava alla sua voce e lei le rispondeva come lei voleva. Era sua amica. Se si voleva alzare, la voce la faceva alzare. Se voleva chiudere gli occhi, la voce glielo faceva. Se voleva dormire, la voce le dava la buonanotte. Era bello.
Ma a volte la voce era birichina e la faceva impazzire. Lucia le diceva: "Fammi volare!", ma non fluttuava. Le diceva: "Fai staccare il dente che dondola!" e quello rimaneva appeso. 
A chi diceva che era pazza, che erano solo sciocchezze, rispondeva: "Non sono sciocchezze! Io riuscirò a volare, la voce me l'ha promesso!" Dovrebbero pensare di più, commentava la voce, e aveva ragione.
Dovremmo pensare di più.

Per rimanere in tema... Che ne pensate? Ahaha Commentate! :*
Ivy

4 commenti:

  1. ...sto pensando... :-* Sei una grande, come al solito!

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  2. che storia dolce!!!!!!!!! leggendo mi sembrava di vedermela, la bimba col broncio o mentre stringe i pugni e parla con la sua vocina sottile!!
    brava brava, ma quant'è bello leggerti!!

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    1. Grazie mille Angela, sei sempre così dolce <3 Anche i tuoi post sono stupendi... Grazie davvero!

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