. . . All you life, you were only waiting for this moment to be Free . . . * Nulla enim culpa est in somnis.

sabato 25 aprile 2015

Scappiamo se ti sposo?

Lettori! La vostra Crazy Girl è tornata!
In occasione della Festa della Liberazione, mi sono... liberata per voi!

Cretonne... A quanto pare è il simbolo del 19° anniversario!
Mai sentito prima d'ora...
A quanto pare "è originalmente un tessuto di tela bianca forte".
Boh!
Innanzitutto, devo fare degli auguri gigamegagrandi alle due splendide persone che 19 anni fa, prima di mettere al mondo due BELLISSIMI bambini come me e mio fratello, sono convolati a nozze! Auguri dunque alla mia mamma e al mio papà, che possano vivere sempre felici e contenti!
Questo è per voi.


Ci sono giorni che non dimenticherai mai, dicono.
Giorni che rimarranno impressi nella mente di tutti quelli che erano con te, immortalati da centinaia di foto e ricordi molteplici da vari punti di vista.
Per alcuni, i giorni migliori sono quelli 'scontati': nascita di un figlio, vincita al lotto, laurea. 
Per altri sono fatti di piccole cose. Un sorriso più luminoso del solito, un taglio di capelli nuovo, un gelato squisito, ma soprattutto la compagnia giusta. 
E cosa c'è di meglio della compagnia della persona con la quale si vuole passare il resto della propria vita?
Forse per questo il matrimonio è (quasi) sempre in cima a queste liste: è un mix di piccole e grandi cose, tanti piccoli dettagli per il "Giorno più importante della tua vita".
Beh, quasi.
Antonia continuava a ripeterselo, ogni volta che Geremia, il fotografo, le urlava - SORRIDI! - .
Era bravissimo, il migliore forse in circolazione, ed ascoltava tutto ciò che lei e Paul gli consigliavano. Però Antonia non sopportava chi le diceva di sorridere. Li odiava, tutti. Perché i sorrisi devono essere spontanei, ed i suoi in quel momento tutto erano meno che spontanei.
Era nervosa, stanca, agitata - come poteva Geremia anche solo pensare di farla sorridere? Impossibile!
Eppure si sforzava. Ed era bellissima, ma lei si vedeva falsa, perché sapeva di poter fare qualcosa di migliore. Qualcosa di speciale, che la facesse risplendere di luce propria.
Quella stessa luce che aveva fatto innamorare Paul.
Si erano conosciuti a scuola, anni prima. Due finti ribelli, che scappavano dalla vita rincorrendo l'aria tra i capelli sul sellino di un Sì della Piaggio, quando ancora si fumava ovunque e i cellulari non esistevano nemmeno. Anni di risate e di lacrime, che però contribuirono a farli unire per la vita.

A questo pensava Paul, annodandosi la cravatta fino a che il respiro non divenne corto. Riallentandola, notò che gli tremavano le mani. Bene.
E se lei avesse detto no? Se durante la notte aveva fatto una fuga degna di Se scappi ti sposo e nessuno lo aveva avvertito per non farlo preoccupare ulteriormente? Se non le fosse piaciuto il suo completo nero, col corpetto lavorato e la cravatta fin sul pomo d'Adamo? Si sarebbe dovuto tagliare i capelli? Avrebbe dovuto lucidare le scarpe? Poteva non tagliarsi le unghie così corte, non sapeva cosa mangiare!
I marinai avrebbero consigliato un goccetto a questo punto, ma Paul temeva di scivolare lungo la navata della chiesa di S Antonio, mettendosi a nuotare come un pesce. Meglio non rischiare.
Gli tornò alla mente l'odore di pesce appena pescato, non esattamente romantico, ma in quel caso abbastanza speciale...
Qualche giorno prima lui ed Antonia avevano fatto un meraviglioso servizio fotografico. Le stradine di un meraviglioso paesello affacciato sul mare avevano accolto risate e sussurrii dei due innamorati, che improvvisavano pose ora divertenti, ora dolci, ora originali. Memorabile un bacio sotto ad un lampione, scattato dall'alto, sullo sfondo il mare...

Antonia pensava proprio a quel mare per tentare di calmarsi. Onda contro scoglio, scoglio verso onda.
La parrucchiera le aveva appena acconciato i capelli in una cascata di boccoli definiti, tenuti alla radice da perline e rose bianche intrecciate come a formare una coroncina, alla quale avrebbero attaccato il velo. Dio, quanta lacca!
Le scarpe l'attendevano di fronte, sorridendole beffarde mentre si metteva le calze. Sembravano dire: ci sopporterai tutto il giorno? Lei ci sperava.
Nel frattempo, era giunto il Momento Solenne, meno importante solo di quel Sì urlato a Dio e ai parenti.
Era arrivato. Il vestito.
Gonna di taffetà di seta tendente all'avorio, lievemente più corta davanti, e corsetto di pizzo con manica a tre quarti e scollatura a V, tempestato di perline cucite a mano una ad una . Una meraviglia, frutto di ore ed ore di lavoro della mamma aiutata dalla sorella, chine su questa stoffa preziosa. 
Un capolavoro.
Antonia lo indossò con un brivido, lo fece scivolare su di sé e si fece abbottonare la schiena. 
Perfetto. Letteralmente cucito addosso.
Messo il velo ed i gioielli, toccò ad altre foto di rito: rose, sorrisi, parenti. Pff. In un angolo, spiò la madre mentre si asciugava una lacrima: lì ne uscì un sorriso realmente spontaneo.

Un'ora dopo era sul sagrato della chiesa. Suo fratello le strinse un braccio, lei ricambiò distrattamente. Fissava il portone impaziente, gli istanti sembravano anni. Dietro di lei, anche la sua nipotina, auto-definitasi "la Dadamigella", scalpitava per entrare.
Finalmente il momento giunse.
La navata sembrava eterna, ma Paul era la luce alla fine del tunnel, e la cinse appena arrivò alla fine della traversata. 
Antonia si calmò.

Inutile dirlo. Una funzione stupenda, intervallata dai commenti divertenti ed affatto inopportuni del Don e da qualche lacrimuccia che faceva capolino qua e là.
Tranne un attimo di panico quando la fede non riusciva ad entrare nel dito di Paul, tutto filò liscio. Solo dopo lo scambio delle promesse entrambi lasciarono che il respiro tornasse regolare; non si erano nemmeno resi conto di aver trattenuto il fiato così a lungo. 
Come se potesse succedere qualcosa! Nulla batte l'amore.
Ma ora, appena finite le firme di rito, rimaneva da affrontare la folla... Che fare?
I due neosposi si guardarono negli occhi senza alcun dubbio.
Scappiamo.
Uscirono di corsa dal portone senza guardare in faccia nessuno. Gli invitati, sbigottiti, riuscirono a malapena a lanciare una manciata di riso; i più temerari li rincorsero ridendo.
Una mini fuitina post matrimonio in piena regola, che li condusse verso il veicolo senza intoppi, coi polmoni svuotati dalle risa e dalla fuga.

Una volta in macchina, Paul la baciò.
- Benvenuta, signora X. -
Forse quella era la Felicità.

* cognome censurato per motivi di privacy. Non ci vuole molto ad intuirlo, ma amo i sotterfugi.


Volete sapere se andò esattamente così? Qualcosa è vero, qualcosa no.
Ma non saprete mai cosa.... Nel frattempo, godetevi la storia così come è scritta.
Spero vi sia piaciuta... Anche perché, senza di loro io non sarei qui a scrivervi!
Buona serata, 

Ivy (figlia fortunata)

PS: a chi interessa, ho finito Girl Online. Beh, a differenza della protagonista del libro di Zoella, voi più o meno sapete chi sono. E non è proprio un diario questo blog. Ma di certo mi aprirò di più... Chissà che anche voi non diventiate 10.000 lettori fissi in più nel giro di una notte!
PS 2: Diamo il benvenuto a Lucetta del Lucetta's Blog, che s'è unita alla collaborazione con Crazy Girl's Fairy Tales! Passate dal suo blog: http://lucetta91.blogspot.it/

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