Per voi oggi la prima parte di un testo che avevo scritto qualche tempo fa per un concorso, ma non è stato nemmeno preso (fuori tempo massimo... :P)
Buona lettura!
Uff. Trasloco, che rottura. Scatole
ovunque e dovunque; in più operai, falegnami, piastrellisti, e chi più ne ha,
più ne chiami. Mi sembrava fosse più divertente.
Mi alzo da terra, spolverandomi i
jeans. Segno sul block notes l’ultimo pacco che ho riempito, e… Mi ritrovo tra
le braccia di un operaio. Caspita, stavo per fare una bella caduta!
-
G-grazie…
- balbetto. Adesso che lo vedo meglio, è MOLTO carino!
-
Di niente. S’è fatta male? –
L’accento appena accennato mi sembra
sia del sud Italia, non assomiglia a Marzocca quando interpreta Ariel. E’
muscoloso, ma giusto quello che serve. E non mi sembra che faccia errori
grammaticali… Chissà come s’è ridotto a fare l’operaio. E che occhi, blu e
profondi…
-
Signora? E’ con noi? –
-
S-si, mi scusi. – Mi allontano da lui, e dal suo
profumo dolciastro misto a quello del sudore.
A dirla così, sembrerebbe un miscuglio
spaventoso, ma invece non è male. Adesso sorride, che bello, ha anche le
fossette.
-
Che ne dice di andare a prendere qualcosa da
bere? Mi sembra scossa. Eppure, non era una caduta molto pericolosa. Se
inciampava sullo scatolone, al massimo si ritrovava con un livido! –
Che sfacciato! Quasi quasi gliene dico quattro…
-
Ok. –
OK??? Ma che mi succede? Questo qui mi
fa un’influenza strana… Non è prudente.
-
A proposito, io sono Antonio. E lei è… -
-
Luisa. Venga con me, mi segua. –
-
La prego mi dia del tu! – mi chiede con tono
quasi implorante. Io rido.
-
Anche tu,
però! –
Lo porto in un bar sotto casa,
abbastanza appartato e all’aria fresca. La barista è una mia amica, e mi
trascina via in un battibaleno.
-
Chi è quello?
Vuoi vedere che di nascosto flirti con gli operai? Che carino… Come si
chiama? Età? Compleanno? –
-
Si, codice fiscale… Non sto mica flirtando! Sto
solo bevendo qualcosa con un operaio che mi ha presa in tempo prima che
cascassi. Tutto qui. Nulla di che. Ti sei fatta solo un film in testa, Chiara,
come al solito. –
-
Signorina! – In questo momento, sposerei il
vecchietto che sta chiamando Chiara dal bancone.
-
Arrivo! – gli urla lei di rimando. – Mi
raccomando… Io e te finiamo dopo. – E, facendomi l’occhiolino, raggiunge il
cliente ondeggiando i suoi riccioli folti e castani.
-
Scusami - dico, tornando a sedermi. – La mia
amica Chiara è una grande impicciona. –
-
Figurati.-
Parliamo del più e del meno, degli
interessi in comune, del mio lavoro da scrittrice, della scuola oramai passata.
Scopro che ha solo 25 anni, quindi
uno in più di me, e che è laureato, ma aiuta il padre – un amico della mia
famiglia da anni– per guadagnare qualche spicciolo. Solitamente, in inverno fa
il professore di letteratura all’università.
-
Dall’aspetto non si direbbe! – ci scherzo su.
-
Tu si, invece: hai l’aria persa ed indaffarata
della scrittrice! –
E giù di nuovo a ridere.
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