Oggi vi propongo la versione integrale ed originale del "mitico" (inteso come leggendario) testo su Vita... Purtroppo per il concorso necessitava di tagli, ma mi sembra giusto proporvelo :D
Buona lettura!
Simo s’avvicina all’albero silenziosamente.
Avvicina piano la manina scarna alla corteccia ruvida, la posa su un punto
libero dalla resina appiccicaticcia e poggia la gemella su un frondoso ramo
poco più su. Un passetto alla volta, accosta il petto all’arbusto, i piedi alle
radici. A quel punto chiude gli occhi. E assapora la dolcezza di
quell’abbraccio.
Da quando la maestra Verda ha raccontato la
storia di Vita, apprezza ogni cosa del Bosco, e una volta al mese ripercorre il
viaggio di quella che ormai è diventata la sua migliore amica.
Staccatosi dalla stretta vigorosa della
pianta, prende un bastone caduto lì vicino – chiedendo scusa e assicurando che
sarebbe stato solo un prestito – e s’incammina verso l’inizio del viaggio: le
Montagne della Protezione.
Con agilità raggiunge il Ghiacciaio chiamato
Padre. Si siede sul bordo, poggia i piedi accaldati nella frescura del Padre,
chiude gli occhi e abbandona la testa all’indietro. Rimane per un po’ in questa
posizione, fino a quando i suoi piedi cedono al freddo e diventano quasi blocchi
di ghiaccio.
Scende, il bastone a sostenerlo, e racconta
al Bosco il Percorso di Vita, a voce alta.
“In un giorno di caldo, quando il Sole –
chiamato Felicità – lambiva Padre fino a farne sciogliere la superficie,
nacquero tante piccole Gocce, abbastanza da formare un fiume che Madre Natura
battezzò come Vita. Vita procedeva placido lungo il Versante dell’Infanzia,
sorretto dalla Protezione di Monte, felice di tutte le cose che lo circondavano.
Giunto al Crepaccio dell’Adolescenza, iniziò a corrodere Monte, a tentare di
staccarsi da lui il più velocemente possibile; tuttavia, proprio quando
raggiunse la Vallata della Maturità, Vita iniziò a pentirsi degli errori
commessi (o almeno così pensa Simo)… Ma ormai era tardi per rimediare.”
Salta giù dalle ultime rocce, si ferma un
attimo a bere dalla sua borraccia e mangia un po’ di carne essiccata. Dunque si
rimette in marcia, la voce roca.
“Sfociando appieno nel Bosco Esistenza, senza
più una guida, Vita iniziò a trovare le prime difficoltà. Sul suo Letto, Mente,
iniziavano a comparire i primi ostacoli, rallentando il suo corso e riducendo
drasticamente la sua corrente. Si aggrappò disperato alle Sponde Amiche, sfociò
su di loro quel poco che bastava a non travolgerle. Loro lo sostennero, fino a
che non corrose tutte le Preoccupazioni, lasciandole al Passato, che non avrebbe
mai più ripercorso.
Nel frattempo le radici degli Alberi,
Saggezza, lo attingevano per sopravvivere, cedendo in cambio parte di loro. I
Fiori, Bellezza, avevano radici troppo corte per arrivarci, e appassivano
subito.
E’ a questo punto che scoppiò Incendio. Odio,
Rabbia, Stupidità bruciarono anni e anni di Saggezza e piombarono in Vita.”
Simo si siede su un tronco mezzo bruciato. Immerge la mano nella cenere. Gli
occhi gli diventano lucidi. “Vita però non cedette: combatteva, travolgeva,
avviluppava acqua e terra, prese il sopravvento. Si sarebbe voluto fermare a
piangere i danni, ma non c’era tempo. Bisognava andare avanti.
Scorrendo, Vita incontrò un altro Corso,
Amore. I due, facendosi forza l’un l’altra, divennero un solo Fiume, che lasciò
che il passato divenisse solamente un suo affluente, che l’alimentasse ma non
fosse l’unica cosa importante al mondo.
Numerose foglie secche, Tempo, cadevano da
Saggezza e si posavano sulla superficie trasparente. Piano piano la soffocarono;
i raggi di Felicità, che un tempo aveva rischiarato Vita a tempo pieno,
faticavano a giungere a destinazione. S’aggiunsero al tempo anche cumuli di
Nuvole, Tristezza, facendo cadere Lacrime nel fiume, che s’ingrossò, divenendo
più forte. E proprio quando Vita divenne forte e felice, gli amici
l’abbandonarono. Di colpo precipitò in un burrone, come una cascata, Gelosia:
le Sponde lo abbandonarono, picchiò al suolo formando tante onde spumeggianti,
si ritrovò solo. Si estese su un terreno largo e profondo e, quando pensò che
tutto fosse perduto, eccoli lì, nuovi amici, che lo presero per mano fino a
raggiungere di nuovo la grandezza iniziale, lasciandosi alle spalle un grande
Lago, Solitudine.
L’Emissario, più vigoroso del precedente
Immissario, finalmente vide la destinazione. La Foce a Delta, Ignoto.” Simo si
copre con una mano gli occhi, accecato dal Tramonto, Tranquillità. Questo è il
pezzo di storia che preferisce, quello che rivive ogni sera, a prescindere da
dov’è in quel momento. Abbassando il tono della voce, conclude: “Infine, Vita
scomparve fra gli Isolotti, mentre nell’Alveo Figlio proseguì il suo tragitto, sfociando
nel Mare, Futuro.” Simo alza gli occhi al cielo. Luna, con le
figlie Stelle, Speranza. Simo le sorride sempre appena la vede, convinto che
anche Vita faccia lo stesso, dal profondo dei suoi Isolotti. Perché dopotutto,
il Buio, Disperazione, non vince mai.
Spero vi sia piaciuto... Quale avete preferito? Il primo o il secondo? Commentate!
Ivy
Sicuramente è molto più scorrevole da leggere il primo (quello vincitore), ma il secondo ti fa sognare, ti fa vedere e quasi toccare il bosco, il fiume, l'acqua...e perfino Simo! Dà molte più emozioni. Ancora brava, continua a farci sognare!
RispondiEliminaCiao Anonimo,
RispondiEliminaGrazie di cuore, sebbene qui non compaia (devo ancora capire il perché, accidenti!) ho letto il tuo commento. Si, il primo è decisamente più scorrevole, ma avendo creato la figura di Simo preferisco quando lui è presente! ;D
Torna quando vuoi!
Ivy